In un mondo in continua evoluzione, dove il territorio è soggetto a costanti trasformazioni, la tutela del patrimonio archeologico assume un ruolo di fondamentale importanza. In questo scenario, l’archeologia preventiva si configura come una disciplina innovativa in grado di coniugare sviluppo e salvaguardia del passato.
Spiron, società specializzata in indagini archeologiche, in questo articolo si propone di approfondire il concetto di archeologia preventiva, illustrando i suoi obiettivi, le metodologie impiegate e i vantaggi che offre per la tutela del patrimonio culturale.
Cos’è l’archeologia preventiva?
L’archeologia preventiva è una branca dell’archeologia che si occupa di identificare, documentare e valorizzare i siti archeologici prima che vengano compromessi da interventi di natura edilizia, infrastrutturale o estrattiva. Si tratta di un approccio proattivo che mira a integrare la tutela del patrimonio archeologico con la pianificazione territoriale e lo sviluppo sostenibile.
L’archeologia preventiva si distingue da quella classica, che si concentra principalmente sull’esplorazione e lo scavo di siti archeologici già noti. Al contrario, l’archeologia preventiva opera in fase preventiva, anticipando gli interventi sul territorio e individuando tempestivamente le aree di interesse archeologico.
Quali sono i suoi obiettivi
Gli obiettivi principali dell’archeologia preventiva sono:
- Salvaguardare il patrimonio archeologico: permette di individuare e documentare i siti archeologici prima che vengano distrutti o danneggiati da interventi sul territorio;
- Incrementare la conoscenza del passato: le indagini archeologiche preventive contribuiscono ad ampliare la nostra conoscenza del passato;
- Promuovere lo sviluppo sostenibile: permette di integrare la tutela del patrimonio archeologico con la pianificazione territoriale e lo sviluppo sostenibile, garantendo un equilibrio tra le esigenze di sviluppo e la salvaguardia del patrimonio culturale.
Metodologie utilizzate
Le metodologie impiegate nell’archeologia preventiva sono molteplici e includono una serie di approcci complementari per identificare e proteggere il patrimonio archeologico prima dell’inizio di nuove costruzioni o altri progetti di sviluppo.
Le richieste documentali, come la consultazione di archivi storici, mappe catastali e altre fonti documentali, permettono di individuare aree potenzialmente interessanti dal punto di vista archeologico. Le prospezioni geofisiche, utilizzando strumenti come il magnetometro e il georadar, consentono di individuare anomalie nel sottosuolo che potrebbero indicare la presenza di strutture archeologiche.
I sondaggi archeologici, attraverso scavi di limitata estensione, permettono di verificare la presenza di resti archeologici e di definirne l’entità e la stratigrafia. Infine, in alcuni casi, gli scavi archeologici possono essere necessari per documentare e preservare i siti archeologici che rischiano di essere distrutti, garantendo così la salvaguardia del patrimonio storico e culturale.