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L’archeologia è una disciplina affascinante che ci permette di ricostruire il passato. Negli ultimi anni, la tecnologia ha fornito agli archeologi nuovi strumenti per il loro lavoro, tra cui l’elettromagnetometro. Questo strumento si rivela particolarmente utile per le indagini archeologiche non invasive, consentendo di individuare strutture sotterranee senza scavare nel sottosuolo.

In questo articolo, Spiron, attività specializzata in indagini archeologiche, approfondirà il funzionamento dell’elettromagnetometro e il suo impiego nelle ricerche archeologiche, illustrando i vantaggi e le potenzialità di questa tecnica innovativa.

Come funziona l’elettromagnetometro

L‘elettromagnetometro è uno strumento che misura il campo magnetico terrestre. Le variazioni del campo magnetico possono essere causate da diverse fonti, tra cui la presenza di strutture sotterranee di origine umana. L’elettromagnetometro è in grado di captare queste variazioni e generare una mappa del sottosuolo che evidenzia le anomalie magnetiche.

Esistono diverse tipologie di elettromagnetometri, ognuna con le sue caratteristiche e il suo campo di applicazione. I modelli più utilizzati in archeologia sono quelli a cesio e a magnetogrammetria.

L’elettromagnetometro a cesio è un sensore molto sensibile che permette di rilevare anomalie magnetiche di piccola entità. L‘elettromagnetometro a magnetogrammetria, invece, è in grado di generare mappe tridimensionali del sottosuolo, fornendo informazioni più dettagliate sulla forma e la profondità delle strutture archeologiche.

Vantaggi per le ricerche archeologiche

L’utilizzo dell’elettromagnetometro nelle ricerche archeologiche offre numerosi vantaggi:

  • Non invasività: è uno strumento non invasivo che non richiede scavi o altre attività che potrebbero danneggiare i siti archeologici.
  • Rapidità: le indagini possono essere condotte in tempi relativamente brevi, permettendo di esplorare ampie aree in poco tempo.
  • Efficacia: è in grado di individuare strutture e manufatti sotterranei anche in condizioni di scarsa visibilità, come sotto la vegetazione o in presenza di acqua.
  • Precisione: le moderne tecnologie permettono di ottenere mappe del sottosuolo molto precise, fornendo agli archeologi informazioni dettagliate sulla posizione e la forma delle strutture archeologiche.

Applicazioni in archeologia

L‘elettromagnetometro trova impiego in un’ampia gamma di ricerche archeologiche, svolgendo un ruolo cruciale in diverse attività. Nella prospezione archeologica viene utilizzato per individuare siti archeologici sconosciuti o per mappare l’estensione di siti già noti.

Inoltre, è uno strumento fondamentale nello studio di strutture archeologiche, permettendo di analizzare la forma, la dimensione e la disposizione interna di edifici, mura e fortificazioni. È particolarmente efficace nella ricerca di manufatti metallici, grazie alla sua capacità di rilevare la presenza di metalli sotto terra.

Infine, l’elettromagnetometro è impiegato nello studio di paesaggi archeologici, contribuendo ad ottimizzare i piani di scavo e a ridurre il rischio di danneggiare reperti importanti.

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